E’ esperienza abbastanza comune quella di ritrovarsi davanti a qualcuno che, quando si parla di posizionamento di un sito web sui motori di ricerca (SEO), fa affermazioni di questo tipo:
- Per posizionare un sito bisogna scrivere articoli che abbiano almeno 300 parole
- Per posizionare un sito bisogna ripetere tante volte lo stesso concetto così Google capisce che deve posizionare la pagina per quella parola chiave
- Per posizionare un sito bisogna scrivere le parole chiave in grassetto
- Per posizionare un sito bisogna usare un plug-in che provvede alla indicizzazione e al posizionamento
- il Bounce Rate influenza il ranking negativamente
Si, forse una volta era così. Forse…
Nel frattempo Google ha fatto mille cambiamenti, ha rilasciato parecchi aggiornamenti ai propri algoritmi che sono andati sotto i nomi più fantasiosi (Panda, Hummingbird, Penguin, Medical Update, ecc…).
Ad ogni nuovo rilascio “importante” qualcuna di quelle credenze veniva spazzata via come neve al sole. Eppure c’è ancora chi, a fine 2018, con tutti gli strumenti e mezzi di formazione di cui disponiamo, crede ancora a queste favole, mentre invece dovrebbe aggiornarsi, tenersi al passo con le evoluzioni dei motori di ricerca.
L’intelligenza artificiale che Google ha messo in campo ormai da tempo, anche per definire i propri algoritmi, non sottostà a nessuna regoletta facile-facile.
Il posizionamento di un sito web (e/o di una pagina) è frutto di studio, prove, analisi, test, esperienza.
La lunghezza del testo deve guidare solo la completezza dell’argomento: se il concetto si può completare con 100 parole, bastano quelle. Se ce ne vogliono 700 se ne scrivono 700. E’ l’esaustività dell’articolo rispetto all’argomento che aiuta la SEO, non il numero di parole!
La ripetizione di una parola chiave o di un concetto deve essere naturale nello svolgimento del testo. Non esiste nessuna regola che dica che la parola chiave debba corrispondere al 2,4% del testo, oppure che si debba ripetere 3 o 5 o 8 volte.
Un plug-in che aiuta indicizzazione e posizionamento?!? Questa poi è il massimo! Come se un plug-in, quindi un pezzo di software, fosse in grado di gestire la complessità degli algoritmi di un motore di ricerca. Questo non aiuta proprio per niente la SEO, anzi, rischia di distogliere l’attenzione dalle cose fondamentali (specialmente quando si parla del “famoso” Semaforo di Yoast)!
Se poi si parla di bounce rate, bisogna sfatare uno dei miti più longevi: no, un valore elevato del bounce rate non è un fattore negativo per il posizionamento di un sito web. Lo diceva John Mueller (ingegnere di Google) già nel 2012, ma a maggior ragione oggi. Se l’utente trova la risposta che cercava già nelle prime righe della pagina che ha aperto ed esce, perché questo dovrebbe influenzare negativamente il posizionamento di quella pagina?
E non lo diciamo noi! Sono il frutto dell’esperienza e dello studio dei maggiori esperti di questa materia:
- Giorgio Taverniti (relativamente alla lunghezza del testo): SEO & Lunghezza IDEALE dei Contenuti: un concetto inesistente!
- Riccardo Esposito (sull’uso del grassetto per posizionare una parola chiave): SEO e grassetto: quale rapporto?
- Giorgio Taverniti (relativamente ai plug-in per posizionare il sito e sulla ripetizione dei concetti – keyword density & keyword stuffing): Semaforo Yoast? Boiate SEO!
- Andrea Pernici (sul bounce rate): Miti SEO in frantumi: il Bounce Rate influenza il ranking negativamente
- Giorgio Taverniti, con un video sulle tecniche SEO che spaccano
Insomma, la SEO non è un pratica per stregoni o guru, e va fatta con cognizione di causa. E soprattutto, se pensi di lavorare ancora come 10 anni fa, allora non aspettarti risultati soddisfacenti (a meno che il tuo sito non sia l’unico presente per un certo argomento).
Se sei interessato ad approfondire l’argomento e vuoi sapere come operiamo in ambito SEO sui siti web dei nostri clienti, puoi trovare alcune indicazioni nella nostra pagina Connectica e SEO
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