6 configurazioni di Google Analytics che non possono mancare

Hai creato il tuo sito e speri di far decollare il tuo business grazie al web. Le persone iniziano a visitare il tuo sito, ma se non raccogli correttamente i dati di queste visite non puoi sapere se le cose stanno andando come ti aspetti.

Da dove partire per capire come stanno andando le cose? Se hai deciso di usare Google Analytics come piattaforma di analisi (e se non ne hai implementata nessuna dovresti correre subito a farlo), queste sono le prime cose che ti consigliamo di configurare su Analytics.

Sei pronto? Partiamo!

Google Analytics: 6 tecniche di tracciamento dei dati

Su Google Analytics, di default, possiamo vedere tante informazioni: quanti utenti hanno visitato il sito, quante pagine sono state visualizzate, quante sessioni ci sono state, ecc…

Il tool di casa Google ci fornisce di base una serie di informazioni sulla provenienza delle visite, raggruppati nei canali principali: visita da ricerca organica (motore di ricerca), visita da social, visita diretta (chi digita l’indirizzo completo del sito nella barra degli indirizzi del browser).

Se hai attivato campagne di advertising o email marketing, è importante configurare correttamente Analytics per tracciare anche queste sorgenti di traffico, per conoscere immediatamente l’esito della campagna.

Configurare i parametri UTM nei link

Per evitare che questo traffico venga catalogato da Analytics come traffico diretto (identificato su sorgente/mezzo come “direct / none”), e quindi in modo errato ed inutile per le analisi che dovrai fare, è necessario impostare correttamente i parametri UTM, che ti consentiranno di rilevare le informazioni necessarie per catalogare al meglio la provenienza di questi utenti.

Questo è molto importante anche per poter poi segmentare il nostro pubblico, riconoscendo in modo più preciso chi è atterrato sul nostro sito rispondendo ad una nostra azione.

Tutti questi dati possono poi essere utilizzati anche in altri sistemi di tracciamento, oppure in un CRM per proseguire nelle nostre azioni di marketing.

Per generare correttamente i parametri UTM da inserire nel link che andremo a pubblicare tramite email o forme di pubblicità sul web, esistono molti tool on-line. Per partire col piede giusto ti consigliamo di dare una occhiata a questa pagina dei developer’s tools di Google dedicata proprio alla creazione dei parametri UTM.

2) Tracciare le conversioni

Con questo intendiamo la configurazione che su Analytics consente il corretto utilizzo degli Obiettivi (o Goal, se usi il tool in lingua inglese).

Il punto di partenza è sempre individuare quali sono le azioni o interazioni che le persone fanno sul nostro sito rispetto ai nostri obiettivi di business, o micro-obiettivi che possono portare al raggiungimento di un obiettivo macro.

In un ecommerce l’obiettivo è ovviamente l’acquisto da parte dell’utente, i micro obiettivi possono essere rappresentati dall’inserimento del prodotto nel carrello, poi dell’accesso al carrello, ed infine dal pagamento.

Per un sito aziendale gli obiettivi possono essere più difficili da individuare, e sono, ovviamente, legati in modo molto stretto al tipo di business. In genere possiamo dire che tutto quello che si avvicina alla generazione di una lead può essere un micro obiettivo oppure un macro obiettivo: la compilazione di un form di contatto, l’iscrizione ad una newsletter, oppure l’iscrizione per la partecipazione ad un evento. Ognuno di questi può rappresentare un obiettivo che può essere intercettato e tracciato dal sistema di analisi.

Si tratta, quindi, di una configurazione molto importante.

Conoscere queste informazioni è molto importante sia per correggere eventualmente le nostre azioni di marketing se ci rendiamo conto che non “convertono”, sia per conoscere meglio i nostri utenti e rispondere sempre meglio ai loro bisogni (che è poi il motivo per cui le persone visitano un sito web).

Come creare un Obiettivo su Google Analytics

Su Google Analytics gli obiettivi sono legati alle “viste”, e se conosci questo tool saprai che per ogni sito web puoi avere più viste, e che ognuna di esse può essere configurata indipendentemente dalle altre e fornire dati differenti, principalmente a causa del fatto che ogni vista raccoglie i dati a partire dal momento in cui viene creata (non c’è nulla di retroattivo), oppure a causa di filtri differenti che vengono applicati ad ogni vista.

google analytics: una vista e i suoi obiettivi
google analytics: una vista e i suoi obiettivi

Ogni vista ha un limite massimo di 20 obiettivi, ma utilizzando più viste si può gestirne un numero maggiore.

Ma può avere senso gestire così tanti obiettivi? Probabilmente no, a meno che il tuo business assomigli molto a quello di Amazon.

Inizia definendo su carta quali possono essere gli obiettivi da tracciare. Ti accorgerai che farai fatica a trovare così tanti obiettivi che abbia veramente senso tracciare

Attenzione: una volta creato un obiettivo non potrai più cancellarlo! Quindi segui il nostro consiglio: fermati e prima di tutto progetta i tuoi obiettivi, dopo implementali sul tool.

Per creare un nuovo obiettivo sarà sufficiente cliccare sul pulsante apposito (rosso, ben evidente!).

Come prima cosa dovrai scegliere se usare uno dei modelli proposti dal tool oppure se crearne uno personalizzato.

Se scegli questa seconda opzione (da usare nei casi di obiettivi personalizzati), dovrai scegliere, tra quelli disponibili, quale tipo di obiettivo creare: Destinazione se il tuo obiettivo è la visualizzazione di una specifica pagina, Durata se lo è il tempo di permanenza sulla pagina, Pagine/schermate per sessione, se questo è l’obiettivo che vuoi monitorare, oppure Evento se tramite Tag Manager o in altro modo hai gestito la registrazione di un evento che rappresenta il tuo obiettivo.

Per informazioni più dettagliate, puoi visitare la pagina specifica del supporto di Google.

Google Analytics: creare un obiettivo, scelta del tipo obiettivo
Google Analytics: creare un obiettivo, scelta del tipo obiettivo
Google Analytics: setup di un obiettivo, scelta del tipo personalizzato
Google Analytics: setup di un obiettivo, scelta del tipo personalizzato

3) Tracciare le interazioni

E’ una configurazione che su Analytics consente un tracciamento molto simile a quello precedente, che risulta molto utile, in particolare, per i siti nuovi, appena messi on-line. Ma anche successivamente, per comprendere come gli utenti si comportano sul sito.

Tracciare tutto quello che gli utenti fanno sul sito, che si tratti del percorso da una pagina all’altra, piuttosto che lo scroll di una pagina per vederne il contenuto, il click su un pulsante, ecc…

Sono informazioni che ci consentono, tra le altre cose, di capire cosa non funziona nella nostra “user interface”, cosa attira maggiormente l’attenzione, se i video che abbiamo incluso nelle pagine generano visualizzazioni (e soprattutto visualizzazioni del 100% o meno), e molte altre cose ancora.

Anche la visibilità nel browser di un singolo oggetto può essere tracciata, per esempio quando un elemento può essere nascosto o visualizzato in base alle azioni dell’utente.

Tutte informazioni utilissime per web designer, programmatori e addetti alle strategie per migliorare il sito, o singole aree di esso.

E’ quindi utile tracciare tutto quello che è possibile tracciare. E se qualche informazione non ci viene fornita di base da Google Analytics, possiamo aiutarci utilizzando Google Tag Manager per intercettare ogni singola interazione dell’utente con le pagine del nostro sito.

Configurare il monitoraggio degli Eventi

Quello che dobbiamo fare è rilevare gli Eventi che vengono generati dagli utenti. Ritroveremo queste informazioni nel pannello di Google Analytics, nella sezione “Comportamento”. Potremo anche generare un nuovo Obiettivo a partire proprio dagli eventi rilevati in base al comportamento degli utenti.

E’ possibile trovare una guida dettagliata sul sito di supporto di Tag Manager.

Google Tag Manager: tracciare l'evento di scroll di una pagina per Google Analytics
Google Tag manager: esempio di configurazione del monitoraggio dell'evento di avanzamento nella lettura del contenuto di una pagina

4) Tracciamento delle ricerche interne al sito

Uno degli elementi importanti in un sito è la barra di ricerca interna, che consente all’utente di ricercare uno specifico contenuto all’interno del sito stesso.

Questo è per noi un modo utilissimo per conoscere l’intento di ricerca degli utenti, per capire cosa stavano realmente cercando e perché sono arrivati sul nostro sito e cosa si aspettano di trovare.

Pannello di Google Analytics, per i termini della ricerca interna al sito
Pannello di Google Analytics, per i termini della ricerca interna al sito

Utilizzando poi Google Analytics, alla voce “Comportamento” troviamo il pannello denominato “Ricerca su sito”, nel quale possiamo ritrovare tutti i termini utilizzati dagli utenti nella ricerca interna, alla voce “Termini di ricerca”.

 

Anche queste informazioni sono di fondamentale importanza per ottimizzare al meglio il sito ed orientare il nostro business.

Se ci accorgiamo, per esempio, che viene effettuata una ricerca per un prodotto che non abbiamo, o per una variante che non gestiamo, possiamo utilizzare questa informazione per implementare ulteriormente il nostro business. Oppure per creare nuovi contenuti che rispondano meglio agli intenti di ricerca delle persone.

5) Tracciamento degli errori

In questo caso si tratta di configurare Analytics per intercettare un problema “tecnico” che potrebbe però influire sul comportamento degli utenti.

Tracciare gli errori ci consente di intercettare molte situazioni prima che diventino critiche.

Per esempio gli errori per pagina 404, quella che viene mostrata quando un utente cerca una pagina che non esiste.

Questo può verificarsi per diversi motivi: un link errato da un altro sito, la url di una pagina che è cambiata, oppure una pagina che è stata effettivamente cancellata ma per la quale ci si è dimenticati di creare una redirezione di tipo 301 verso un altro contenuto.

In questo caso monitorare il verificarsi di questo tipo di problemi ci aiuta a risolverli in fretta ed evitare che altri utenti si trovino nella stessa situazione, ma soprattutto ci aiuta a trattenere i visitatori sul sito evitando che scappino quanto non trovano contenuti validi.

Anche questo tipo di monitoraggio può essere effettuato configurando il tracciamento di un evento, che in questo caso sarà di tipo “Visualizzazione di pagina”, dove la pagina in questione sarà quella che viene presentata all’utente ogni volta che la pagina cercata non esiste.

6) Etichettare gli utenti

E’ una prassi che non sempre trova applicazione, ma che riteniamo molto utile, soprattutto in presenza di azioni e di segmentazione dei visitatori.

Si tratta di configurare Analytics in modo da poter catalogare gli utenti sulla base di informazioni che possono esserci utili per eventuali successive azioni di remarketing o di altro tipo.

Per esempio identificando coloro che arrivano da una campagna email oppure da un banner o da altro tipo di advertising, informazione che ci può essere utile sia per segmentare il pubblico durante le analisi, sia per distinguere i visitatori in base a parametri che riteniamo utile gestire per il nostro business.

Conclusioni (con bonus)

Concludiamo questo articolo con due Bonus: una configurazione molto importante ed un suggerimento finale.

1) nelle tue proprietà di Google Analytics aggiungi sempre almeno una vista di lavoro ed una di test; sulla seconda fai tutti i tuoi esperimenti che poi trasferisci su quella di lavoro; su quella di lavoro ricorda di inserire i filtri per escludere dalle analisi i dati relativi alle tue visite al tuo stesso sito (così come indicato anche da Google), in modo da non “sporcare” i dati e le analisi conseguenti con le informazioni relative alle tue visite (che non saranno sicuramente di grande interesse per te); non creare mai filtri o altre “manipolazioni” dei dati sulla vista predefinita creata automaticamente da Analytics, ma lavora sempre sulle tue viste: in questo modo avrai sempre una fonte “completa” e corretta dei dati raccolti (te lo consiglia anche Google!)

2) dopo aver tracciato tutte queste cose, ed aver generato moltissimi dati nel sistema di analisi, non dimenticare di analizzarli quei dati, di trasformarli in informazioni utili per il miglioramento del tuo business, per migliorare l’interazione con i tuoi utenti. Altrimenti sarà stato tutto inutile.

Buona analisi!

Pensi di non essere in grado di gestire tutto questo? Ti serve una mano per implementare un sistema di analisi o di tracciamento? Non ti preoccupare, contattaci utilizzando questo modulo, e ti risponderemo al più presto.

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